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Varus seguì il sacerdote Denman sino alle porte dell'ufficio dell'Alto Sacerdote e attese. Non sapeva come comportarsi, cosa fare, temeva di fare un errore madornale, di non essere accettato. E ora, rimanendo fermo e zitto, temeva di stare facendo l'errore più grande di tutti.

-Io non ha problemi a dormire in letto di sacerdote morto.- affermò Varus. Era sicuramente meglio che dormire in un angusta cella fredda e umida, il posto in cui aveva passato anni.

Varus seguì il sacerdote Denman all'interno della struttura. Cercò di memorizzare il percorso, se tutto fosse andato bene avrebbe dovuto percorrere quella strada molte volte nel suo futuro. Osservò tutt'intorno a sé e, appena fosse stato negli alloggi, avrebbe subito cercato un letto che avrebbe occupato dopo il giuramento.

-È il mio fine- mentì Varus. In realtà voleva solo avere un tetto sulla testa e del cibo ed era disposto a seguire le regole imposte dall'essere un sacerdote... almeno per un certo tempo. Alcune delle costrizioni erano troppo pesanti per essere perseguite per l'intera vita.

Varus rispondette dopo qualche secondo. Si ricordava le costrizioni in tyviano, ma trasporle nella lingua di Gristol gli aveva richiesto un po' di tempo. -Sguardo vagante, lingua mendace, mano irrequieta, piedi nomadi, fame divoratrice, carne impudica e mente fallace.- disse, sperando di aver detto giusto.

-Sacerdote di guardia a piazza detto me di chiedere voi per diventare sacerdote- disse Varus al sacerdote. Era leggermente emozionato, sperava che i sacerdoti lo accettassero tra di loro.

Varus si avvicinò lentamente al sacerdote appoggiato alla colonna e gli chiese: -Io sta cercando sacerdote Denman, dove può trovarlo?-. Poi attese la sua risposta.

Varus entrò nella sala dei riti e si guardò intorno. Appena avesse visto un sacerdote avrebbe chiesto del sacerdote Denman, come il sacerdote di guardia alla piazza gli aveva detto di fare.

Varus ringraziò, poi si fermò un attimo a osservare la struttura e vi entrò dentro.

Varus entrò nella piazza e si fermò ad ammirare l'immensa struttura che la dominava. Lo faceva sentire piccolo, uno fra tanti. Dopo qualche secondo, si avvicinò a un sacerdote di guardia, chiedendogli: -Io vuole entrare in vostre fila. Con chi deve parlare?-

Varus fece per risponderle, poi si fermò. -Stai zitta, bambina. Non parlare senza sapere di che parli.- disse a Grace, finendo di mangiare. "Me ne sono andato da Tyvia per non pensare al passato e ora devo ripensarci? Basta, non ce la faccio più. Non voglio più sentir parlare di Lei e di quel bastardo. Non voglio più pensarci." si disse. -Non hai bisogno di me e perciò io non mi tratterrò ancora. Arrivederci, Grace.- disse alla ragazzina, prima di farle un cenno di saluto e uscire dalla struttura. "Devo trovare un modo di guadagnare, di avere sopra un tetto stabile di mangiare, senza rubare. Potrei entrare nei sacerdoti..." pensò, camminando. Non era mai stato un fervente credente, ma l'unica altra possibilità era la Milizia e, dopo anni passati in prigione, aveva sviluppato un certo disprezzo verso di loro. Si diresse quindi verso Holger Square.

-IO NON HA BISOGNO DI BALIA!- tuonò Varus, battendo un pugno sul tavolo. Prese un lungo respiro per calmarsi, poi riprese a parlare. -Mia moglie tradì me con altro uomo e io uccisi uomo. - disse.

-Se io entrare in milizia, tu dovere stare qui sola. Milizia non accetta donne e soldati devono rimanere in caserma, io non potrebbe stare con te.- commentò Varus. Se non avesse incontrato Grace forse far parte della milizia sarebbe stata la cosa migliore, ma ora non poteva farlo.

-Un tempo io vendeva tessuti,dopo ha imparato solo a intimidire e a picchiare. Non sono belle qualità. disse Varus, finendo di mangiare la pagnotta e bevendo un sorso di succo di mela, prima di mangiare l'altra pagnotta.

Varus scosse la testa. -Scusa me, io... è uscito da prigione non molto tempo fa. Non riesce più a fidarsi di nessuno e vuole proteggere te, sei piccola, troppo piccola per vivere in questo modo.- disse, prima di riprendere a mangiare. -Io deve trovare un modo per guadagnare soldi, ci serve denaro.-